Tenente Finanza Giorgio Maria Barbarisi, Remind romano 5 Giugno 1944

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AVUS
view post Posted on 26/1/2011, 19:49     +1   -1




Il testo contiene immagine ritenuta disponibile. Qualora esista copyright essa, se richiesto, sarà rimossa, facendo presente che lo scritto è solo amatoriale.

Tenente della Finanza Giorgio Maria Barbarisi

Vidi il tenente Barbarisi in circostanze tragiche. Era il 5 giugno 1944, il primo giorno con gli americani a Roma. Mi trovavo in Piazza Santi Apostoli quando della gente si mise a correre verso via Quattro Novembre. C’era stato qualche scontro, una zuffa. Mi diressi anch’io lì, sperando non ci fosse andato di mezzo il solito fascista o presunto tale. Giunsi così dinanzi il palazzo d’angolo con via delle Tre Cannelle, appena occupato dal Partito Comunista come sede propria e del giornale l’Unità. Ebbene, sull’angolo, fattomi largo, mi trovo a tu per tu col tenente Giorgio Maria Barbarisi, supino in terra, con gli occhiali da sole sugli occhi, forse appena deceduto (ebbi il sospetto non lo fosse ancora). Era un bel giovane, aveva la divisa in ordine, pulita e stirata, messa di certo quella mattina in occasione della nuova realtà romana. Un filo di sangue si spandeva sul selciato.
Il corpo, o il moribondo, veniva guardato da due “partigiani” con la faccia scura e il mitra in mano. Chiesi se non era il caso di portarlo in ospedale, al Celio, ma uno disse “non vedi che questo balordo è più morto di un morto?”.Domandai cos’era successo e chi mi rispose affermò trattarsi di un ufficiale “fascista” (ma guarda! era del Comitato Liberazione romano, quindi partigiano anche lui) in quanto aveva contestato o cercato di strappare un manifesto comunista offensivo al re, appena affisso. Ne era nata una discussione e aggressione verso l’isolato tenente che, dissero tutti, aveva tirato fuori la pistola d’ordinanza e minacciato di sparare. Allora un partigiano più di spicco in un baleno lo colpì (qualcuno pose poi la sua pistola a lato della testa, io non ricordo d’averla vista). Gli alleati, malgrado le pressioni esercitate a non farlo, processarono l’esecutore trovandosi di fronte una sfilza di testimonianze sull’aggressività del Barbarisi, che si trovava solo-soletto di fronte la sede del PCI e un nugolo di partigiani attorno. Pur col clima giacobino del momento il giudice inglese non assolse il facile eroe, limitandosi a infliggergli 18 mesi di reclusione per “eccesso di legittima difesa”, sentenza annullata in un compiacente appello italiano. Rividi il tenente in alcune foto ed infine l’ho inaspettatamente incontrato al cimitero del Verano. Anche se con l’immagine un po’ diversa l’ho riconosciuto, mi sono seduto sul muretto e gli ho parlato a modo mio (ah il vizio di parlare un po’ con tutti, morti compresi, anche se sono passati anni ed anni).
Abbiamo fatto un breve excursus da quel tragico giorno e l’ho assicurato, posto non lo abbia saputo in altro modo, che i “rossi” non erano e non sono passati, almeno sino ad oggi, anzi da oggi non più, sono in una prova di governo, augurandomi per poco (se ne andranno prestissimo per implosione interna), e lui poteva contare sul ricordo mio, che non si era affievolito, oltre quello di altri che avrei provato a ravvivare. Non ho mai pensato che il tenente Barbarisi fosse un fascista, facendo egli parte del C.L.N. (e perché poi escludere non abbia avuto simpatie per il Duce, magari in passato?). Io comunque quel giorno inorridii al pensiero in che mondo saremmo caduti se finiti in mano a quei barbari peggiori di Attila e dei lanzichenecchi.
Fascista o non fascista, italiano fra italiani, certo non comunista, ricordiamo il tenente della Finanza Giorgio Maria Barbarisi. Mi rivolgo a chi legge, se vivete a Roma, o solo di passaggio, perché non incontrarlo? entrate al Verano dallo Scalo San Lorenzo, percorrete il viale principale di fronte l’ingresso, fate più o meno 140 passi e incontrerete sulla sinistra il tenente Barbarisi. Di fronte c’è il Generale del Genio Navale Umberto Pugliese, di razza ebraica, pur se nella sezione cattolica, il progettista della Vittorio Veneto, che recuperò le corazzate affondate a Taranto.


Edited by AVUS - 10/6/2013, 20:00

Attached Image: Tenente Barbarisi

Tenente Barbarisi

 
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AVUS
view post Posted on 10/6/2013, 17:04     +1   -1




Questa fu la prima esperienza del primo giorno di Roma occupata dagli americani. Fa seguito a quella festosa del loro ingresso e, per la sua tragicità, mi ricondusse alla realtà del momento. Quando scrissi il testo? non lo ricordo. Lo postai almeno dieci anni orsono in tre forum che non ci sono più e alcuni anni fa in Sole che Sorgi. Rieccolo. E' bene non dimenticare certe cose del passato tutto sommato recente, non ancestrale.

Edited by AVUS - 10/6/2013, 19:51
 
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1 replies since 26/1/2011, 19:49   525 views
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